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Perché sempre tutto a noi?

Ho vent’anni e non so cosa sto facendo.   Studio, lavoro, bevo troppo caffè. Non arrivo mai a fine mese, quindi dal 21 si mangiano solo spaghetti aglio olio e peperoncino.   Il mio paio di jeans più nuovo ha 4 anni.   Mi sveglio la mattina e non so dove sbattere la testa, non ho tempo di far nulla.   Entro nella doccia solo per scoprire che mi sono dimenticata di accendere lo scaldabagno.   Non dovevo fare così tardi ieri sera.   Nello sconforto esistenziale della doccia fredda, del frigo vuoto e del notare con dolore che ha piovuto sui miei panni stesi, penso quel classico, maledetto ‘perché sempre tutto a me?’.   E invece c’è il mio amico che studia molto più di me, e che per inseguire giustamente una carriera universitaria brillante non riesce sempre a lavorare.   Un po’ per scelta sua (gestione dei tempi, bisogno anche di un po’ di relax), un po’ perché tanti posti non assumono studenti - troppi permessi per quando hanno gli esami, timore che diventino presto troppo qualificati per

Storie di vita all'estero - riscattando la mia vita

Beatrice e il mondo dei tatuaggi: non solo lavoro, romanticismo.

Non solo cantante ma artista: Francesca e il suo progetto